Diventa sempre più difficile per giovani e meno giovani trovare un’occupazione che ci consenta di vivere con piena dignità e non soltanto da un punto di vista meramente economico. Il mercato del lavoro sta cambiando e la precarietà da stato di crisi si sta trasformando in condizione di fatto: abnegazione, creatività e intraprendenza sono doti mai come oggi necessarie per cogliere opportunità sempre più rare. Se c’è però una risorsa cui possiamo attingere con maggiore efficacia rispetto alle precedenti generazioni, quella è l’Unione Europea, la possibilità di proiettarci in una dimensione più vasta e variegata per costruirci un mondo migliore.

Si pone in questa linea il progetto Erasmus plus “YouCareOn”, che attraverso lo scambio di best practices fra cinque Paesi europei (Germania, Italia, Spagna, Grecia e Lettonia) mira a orientare i giovani verso quelle figure professionali che, secondo recenti studi, saranno più richieste in un prossimo futuro. Lo scorso ottobre ho partecipato personalmente alla tappa ateniese di questo progetto e l’esperienza si è rivelata illuminante.

Se pensiamo alla Grecia, ci viene subito in mente un Paese impoverito dalla crisi economica e dalle sue conseguenze e ciò è senz’altro vero. Tuttavia, incontrando docenti e responsabili dell’Istituto AKMI, che da oltre trent’anni si occupa di formazione specifica nei settori più disparati, abbiamo scoperto che il popolo greco è stato in grado di fare di necessità virtù. Molte persone che dall’oggi al domani si sono ritrovate senza un’occupazione si sono riversate sul settore turistico, rimettendo in rampa di lancio le proprie carriere e l’economia nazionale.

Grazie alla proverbiale ospitalità ellenica (la cosiddetta philoxenia) e a particolari congiunture geopolitiche, infatti, il turismo in Grecia sta vivendo una nuova stagione d’oro, tanto da costituire da solo un quarto del PIL nazionale. Ciò si è tradotto in nuove occasioni professionali che AKMI, che resta comunque un istituto privato sebbene di eccellenza, ha voluto incoraggiare. Così, un lavoro comunemente considerato di ripiego come quello del personale di servizio lì viene posto nell’ottica internazionale dell’housekeeping e dunque adeguatamente preparato.

Nella mia personale ingenuità non avrei mai creduto necessario frequentare una scuola per imparare a rimettere in ordine le stanze di un albergo, eppure, a ben pensarci, fa parte dell’idea di professionalizzare un impiego formare al meglio il personale per una figura che è richiesta negli hotel di tutto il mondo. A quanto pare, in Grecia essere assunti in questa posizione assicura da subito un salario superiore al migliaio di euro e garantisce significativi avanzamenti di carriera già nell’arco di un paio d’anni.

Tutto ciò, naturalmente, non è che un segnale, per quanto di rinascita. Le strade di Atene mostrano ancora ampi segni di degrado e presentano i contrasti così tipici di ogni area metropolitana: da una parte, per esempio, le meraviglie dell’età classica, l’ottima ospitalità delle strutture ricettive e la genuinità gastronomica; dall’altra, gli edifici ricoperti di graffiti, la raccolta ancora indifferenziata dei rifiuti e nessun divieto di fumare nei locali pubblici.

Simili disservizi sono stati oggetto di discussione con i colleghi provenienti dagli altri Paesi coinvolti ed è stata per me la prima occasione di confronto con loro. Da lì in poi, nei giorni successivi, abbiamo toccato molti temi, dalla deriva autoritaria dei governi di tutto il mondo al fenomeno delle migrazioni, ed ha spalancato i miei orizzonti parlare di argomenti che ci toccano tutti a partire da posizioni diverse. Inoltre, ho scoperto con sollievo che esistono ancora persone dotate di buonsenso in giro per l’Europa.

Ma cosa mi aspettavo? Chiunque partecipi a un progetto Erasmus plus, mi è stato fatto notare, coltiva una simile apertura. E allora cosa ci manca, con tutti gli strumenti di cui disponiamo, per vivere e testimoniare nella vita di tutti i giorni la bellezza e i vantaggi di Europa unita?

Abituato a vedere il nostro piccolo stivale sulla cartina del meteo, guardando un canale internazionale nell’appartamento preso in affitto ad Atene ho seguito delle previsioni che abbracciavano tutto il continente: ecco, forse già a partire dalle piccole cose, avremmo bisogno di considerarci in una prospettiva più vasta, come parte di una realtà più grande che valorizza le differenze di ciascun membro nella propria unità. Altrimenti, il rischio è vedere nell’Unione Europea un salvadanaio senza fondo o, peggio, l’autorità che ci impone sacrifici e scelte arbitrarie.

Lorenzo Antonazzo

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