C. Del Bò, E. Murra, Per un reddito di cittadinanza. Perché dare soldi a Homer Simpson e ad altri fannulloni, GoWare, Firenze 2014 – ebook e print-on-demand qui
Recensione di Luca Valente
Che cos’hanno in comune il Partito Radicale, Rifondazione Comunista ed il Movimento 5Stelle? La risposta è abbastanza facile ed attuale. Tutti e tre i partiti, anzi i due partiti ed il movimento, hanno ciclicamente proposto al Parlamento di votare per l’istituzione del reddito di base in Italia. Scrivo ciclicamente in quanto la risposta ricevuta dagli altri servitori dei cittadini è stata no, no, no. Ostinatamente, dagli anni ottanta ad oggi c’hanno provato e riprovato, ma niente.
Tralasciando le lacunose risposte ricevute dai vari ministri dell’economia che si sono succeduti, che fanno sospettare una mancanza di voglia di leggere la proposta, quindi figurarsi di attuarla, scopo della nostra rubrica è proporre uno studio scientifico della materia. Uno studio che sia accessibile a tutti, esattamente come il reddito dovrebbe essere. Esso è il pamphlet Per un reddito di cittadinanza, scritto a quattro mani da Corrado Del Bò e da Emanuele Murra, per le edizioni goWare.
L’obiettivo dei due studiosi è presentare analisi concrete, dando risposte complete, rigorose, ma immediate. Il sottotitolo Perché dare soldi a Homer Simpson e ad altri fannulloni, per quanto possa sembrare scherzoso o provocatorio, è in realtà la questione centrale, e riguarda il diritto di tutti, dall’ultimo dei clochard a Mark Zuckerberg, ad avere un’entrata economica senza alcuna condizione di sorta. Il punto non è se sia superfluo per alcuni e assolutamente vitale per altri, o se sia una scusa per non lavorare o per rilanciare se stessi, il punto è il diritto di vivere in una società giusta e solidale.
La battuta sullo scarso entusiasmo dei nostri parlamentari nel leggere la proposta di legge è più amara che scherzosa, in quanto un serio tentativo di attuazione del reddito di cittadinanza passa attraverso un lavoro lunghissimo, fatto di revisione in toto del sistema fiscale, dei vari sistemi di welfare e di tutti gli ammortizzatori sociali. Insomma, una mole di lavoro che il nostro giurassico (nei movimenti) e biblico (nei tempi) parlamento è fin troppo abile a scansare.
Nel meraviglioso Into the wild di Jon Krakauer, portato sul grande schermo da Sean Penn, il compianto Christopher Johnson McCandless mostrava tutto il suo lucido spavento di fronte ai soldi, in quanto essi “rendono le persone crudeli”.
Mai come in questi anni, in cui su 70 milioni di italiani, 6 milioni sono sotto la soglia di povertà, tale crudeltà si può cancellare attraverso la giustizia distributiva.
Buona Lettura.
La presente recensione è originariamente apparsa qui. Riprodotta per gentile concessione dell’autore.
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